Votazione contest di Fan Fiction
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  • "Tra ferite e destino", di Alexi_
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Votazione contest di Fan Fiction

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  1. Marty =)
     
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    Ecco le due fan fiction in gara:
    "Tra ferite e destino" - Alexi_
    Oggi è il giorno del White Day...è uno dei miei giorni preferito...dopo il compleanno della mia amata figlia Haruhi, ovviamente!!
    Le lezioni erano finite e come al solito mi stavo dirigendo con tutta la mia regale bellezza nell' aula dell' Host Club ma appena uscii dalla classe una ragazza mi travolse, per fortuna non caddi ma la ragazza poverina era a terra con un ginocchio sbucciato.

    - Povera fanciulla!! nessuna principessa dovrebbe rovinarsi le ginocchia in quella maniera, ti porto subito in infermeria per farti medicare!

    la ragazza non fu molto contenta del mio gesto da Gentleman:

    - Lasciami damerino dai capelli biondi!

    disse la ragazza ma non mi scomposi più di tanto ero abituato con la mia dolce Haruhiiiii, così la presi in braccio e anche se si agitava assai la portai immediatamente in infermeria.
    La ragazza era abbastanza normale, altezza giusta, magra dei bellissimi capelli mossi e castani con dei riflessi rossi, aveva un buonissimo profumo di rose ma un particolare mi saltò all’occhio ovvero gli occhi che erano di due colori diversi...il destro verde..e il sinistro blu.
    Dopo qualche minuti arrivai in infermeria ed appoggia la ragazza ormai rassegnata su un lettino:

    - Aspettami qua vado a prendere il necessario per medicarti

    la ragazza fece una smorfia e si girò dall'altra parte ma anche sta volta non gli diedi retta. Preso il necessario per medicarla presi uno sgabello e incominciai a medicare..anche se a dire il vero non sono un fenomeno nelle medicazioni.

    - Bhè dolce fanciulla potresti dirmi il tuo nome?

    - No! stupido damerino biondo! non ho nessuna intenzione di conoscerti!

    Rimasi scioccato sta volta dalle sue parole alche sconsolato mi rannicchiai in un angolino, dopo qualche minuto sentii una leggera risata provenire esattamente dalla ragazza misteriosa. Decisi di ricompormi e di assumere la mia solita posa regale che mi caratterizza, d'altronde sono o non sono il Lord??? il King????

    Finii la medicazione..e la ragazza si alzò subito dopo

    -Tsk! anche se sei uno stupido damerino ti ringrazio!
    -Figurati dolce principessa dagli occhi speciali! però non posso essere così poco gentile! vorrei offrirti un thè in questo giorno pieno di gioia!
    -Ma chi ti vuole!

    a quelle parole incominciai a fare la faccia da cane bastonato finchè la ragazza non si stufò e accettò il mio invito. La portai in una saletta privata riservata all' Host club per fare due chiacchiere davanti ad una tazza di thè pregiato e dei pasticcini del migliore pasticcere di tutto il Giappone.
    La ragazza era seccata e si vedeva ma non mi scoraggiai proprio per niente dovevo convertirla all' Host club o per la precisione nella cerchia delle mie clienti!! Dopo tutto sono il King!
    Dopo qualche teatrino mentale guardai la ragazza dagli occhi bicolore e decisi di rompere il ghiaccio:

    -Allora deliziosa fanciulla dai bellissimi occhi che mi dici di te?
    -Niente, stupido Damerino...
    In quel momento la ragazza dall'agitazione fece cadere la tazza di thè per terra e si spaccò in mille pezzi..la ragazza era così imbarazzata che si fiondò a raccogliere i cocci.

    -Scusami non volevo....perdo...ahi!

    Dopo quell'Ahi...capii che si era tagliata con un coccio...mi fiondai immediatamente verso di lei e le presi la mano, e avvicinai la bocca verso il suo dito insanguinato per cercare di medicarle la ferita immediatamente.

    - C-Cosa fai stupido di un damerino???
    -Una principessa come te non dovrebbe procurarsi questo genere di ferite...ora ti metto un cerotto...ed ecco fatto!

    La ragazza guardò il cerotto imbarazzata..diventando parecchio rossa in volto. Le sorrisi come meglio sapevo fare ma la mia azione la fece diventare ancora più rossa.

    - G-Grazie...
    -Figurati, come posso permettere che un bellissimo bocciolo di rosa si ferisca in questa maniera? Non potrei mai.
    - ….
    -Cosa succede principessa?
    -Perché fai così?
    -Così?
    Chiesi stupito della domanda mentre la ragazza non mi guardava per niente.. e notai che si era addolcita rispetto qualche minuto fa.

    -Sei sempre gentile con tutti...anche con una come me che ha solo un caratteraccio e una borsa di studio.

    A quelle parole mi venne in mente la mia figliola prediletta Haruhi anche se non aveva proprio il carattere della ragazza dagli occhi bicolore.

    -Dolce fanciulla, devi sapere che noi dell’ Host Club non guardiamo questi aspetti frivoli ma aspiriamo solo alla vostra felicità...un vostro sorriso è meglio di qualsiasi altra cosa.

    La ragazza sentendo le mie parole..si addolcì ancora di più e lo sguardo ostile nei mie confronti sparì..era ancora più bella.

    -Capisco...allora mi sbagliavo…
    -Sbagliavi?
    -Già, mi sbagliavo...Tamaki-senpai la ringrazio per tutto

    Dicendo quelle parole si alzò ma prima di andarsene mi porse un fiocco di color bianco..

    -Dolce fanciulla?
    -Anche se è in ritardo è un pensiero per S. Valentino

    Disse imbarazzata distogliendo lo sguardo..così presi quel fiocco e me lo legai immediatamente al polso..e le sorrisi. Dopo presi una rosa bianca che era nel vaso e con la mia cravatta feci un fiocco sul gambo., la porsi alla dolce fanciulla che era stupita del mio gesto ma allo stesso tempo sorrideva dalla felicità, il mio cuore non poteva essere più sereno!!! Dopo tutto era il white day! E avevo compiuto il mio dovere da King!!!

    -G-Grazie..Ora vado.

    La ragazza era ancora imbarazzata e si avviò verso la porta..ma io non sapevo nulla di lei, nemmeno il suo nome... un po' mi dispiaceva, dove potevo trovare una bellissima fanciulla come lei con quel colore particolarissimo di occhi? Ma non importava.....lei era felice e questo era l'unica cosa che mi importava veramente...ma con mia grande sorpresa prima che la ragazza potesse chiudere la porta si bloccò e si girò di colpo guardandomi dritto negli occhi:

    Comunque il mio nome è Reiko...Bhè...Ciao.

    Finalmente la misteriosa ragazza aveva un nome...Reiko...un nome bello quanto lei, però anche se mi aveva rivelato il suo nome pensavo che non l'avrei più rivista...ma mi sbagliavo..il giorno dopo all' Host Club varcò la soglia proprio Reiko...quella bellissima ragazza dagli occhi bicolore.


    Blue bird, di Sweet_Devil
    Il sole aveva raggiunto il livello più alto del cielo, le nuvole l’avevano circondato creando un grande panorama. I suoi raggi filtravano attraverso le splendenti finestre di quella famosa “sala di musica”, e che l’unica soave canzone che si poteva sentire… erano le urla delle studentesse verso i bellissimi membri dell’Host Club, e non credo che ci sia bisogno di presentazioni al riguardo.
    -Ciao, tornate presto!- Esclamò Haruhi, inclinando la testa in cenno saluto… Il suo sorriso dolce e innocente faceva sciogliere i cuori delle ragazze, che emisero uno stridio acuto. Il ragazzo, o per meglio dire ragazza, sospirò e si lasciò cadere in un lussuoso divanetto. –Oggi c’è stato un sacco di lavoro da fare. - commentò.
    -Non mi sorprende.- Disse Kyoya arrivando alle spalle della bruna. –Gli esami stanno per finire, quindi le studentesse si concedono un po’ di svago. Comunque guarda Tamaki oggi. - I due si girarono verso il biondo, che era circondato da altre ragazze. –Oggi è molto energico. -

    -La vostra bellezza, le vostre voci, i vostri sguardi… mi danno forza! OOH! Il mio cuore! Lo sento! Sta impazzendo! Sta impazzendo per tutte voiiiiii!-
    -KYAAAAAAAAAAAH! Lord Tamakiiiiiiiii! Ti amiamo! Aaaaaaaaah!-


    Le ore passarono e ormai quel bel sole era sceso e con esso il cielo cominciò a colorarsi di un dolce arancio.
    -Oh! Finalmente abbiamo finito!- Esclamò Haruhi stiracchiandosi, verso le finestre.
    -Scusate…-
    -Mi spiace, ma siamo chiusi. - Enunciò Kyoya con lo sguardo fisso verso il suo quadernino.
    -Io non sono una cliente. -
    Tutti si girarono verso la misteriosa voce, che apparteneva a una bella donna, probabilmente di quarant’anni, con i capelli color quercia e mossi e un lussuoso cappotto color avorio. –Sono…sono venuta a cercare Tamaki Suou.-
    Al sentire enunciare il suo nome, il biondo si avvicinò alla donna. –Aaah, cosa posso fare per lei madame?- Chiese sorridendo.
    -Io…io… avrei una richiesta… per mia figlia…-


    -Coraggio Yumi... c’è la puoi fare- Sussurrai a me stessa. Mi stavo dirigendo verso l’Host club, per la quinta volta, ma la differenza dalle altre volte è che riuscirò a entrare stavolta e vedrò con i miei occhi il bellissimo Tamaki. Io ci riuscirò.
    Non credo, però… che riuscirà a riconoscermi , fra le migliaia di studentesse di questa scuola…
    E’ passato tanto tempo da quel giorno…?


    Era un giorno davvero terribile. Avevo dimenticato la borsa in infermeria, e dovevo prenderla alla svelta altrimenti avrei fatto tardi per la lezione, cominciai a correre a perdifiato verso le scale, ma poi sentii i miei piedi non toccare aria. Stavo cadendo e stavolta…
    ”la mia malattia non sarebbe stata più un problema” pensai con ironia.
    Quando lo incontrai… Quegli occhi avevano colpito la mia anima, il cuore si fermò per un secondo, lui allungò le braccia e mi prese. Riuscii a sentire solo un tonfo.
    -Tutto bene?- mi domandò mentre io ero ancora addosso a lui.
    -S-sì…- balbettai mentre le guance si colorarono di rosso.
    -Fai attenzione a dove vai.-
    Lui era finito per terra, la testa contro il muro e il fondoschiena sul pavimento, e io sopra lui, mi alzai subito preoccupata.
    Il misterioso biondo cominciò ad accarezzarsi la nuca.
    -Mi dispiace! E’ tutta colpa mia!- Esclamai aiutandolo a rialzarsi.
    -Ah! Non ti preoccupare! L’importante che tu sia salva!- Mi sorrise, le mie guance s’infuocarono di nuovo. Dopo un suo breve saluto e il mio totale silenzio lo guardai allontanandosi da me. Vidi per terra che c’era un fazzoletto con pizzi d’oro e un nome inciso sopra: Tamaki.


    Da quel giorno, mi sono ripromessa di incontrarlo di nuovo, di ringraziarlo a dovere, ma non ho mai avuto il coraggio ma oggi sarà differente, io riuscirò a entrare: la porta è davanti a me, solo un piccolo sforzo…

    -Yumi Ritenzaki, anni 16. Ora ricoverata all’ospedale e non rientra a scuola da circa 4 mesi.- Come suo solito, Kyoya sapeva di tutti e tutto.
    -Esatto, mia figlia è ricoverata per…- La donna fece un grande respiro, non riusciva a terminare la frase. –Sono venuta qui per Tamaki! L-lei nelle notti non fa altro che ripetere il tuo nome!-.
    -Ovviamente che accetto, signora… farò di tutto per aiutarla. -
    Gli occhi della donna s’illuminarono, si vedeva che stava cercando di non piangere, i suoi respiri si fecero più profondi. Lasciò un bigliettino e se ne andò correndo.
    Il giorno dopo, il biondo si era diretto verso la clinica, dove Yumi è stata ricoverata.
    -Stanza 133, stanza 1’34... -Scrutava con gli occhi le innumerevoli porte cercando di trovare quella giusta. –Ah! Stanza 143!- Esclamò. Bussò e dopo aver accertato che egli possa entrare girò la maniglia e aprì la porta…
    Quello che trovò erano libri sparsi e oggetti di vario genere. Ovviamente trovò anche una persona, che lo fissò con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
    -Ah! Scusa! Cercavo una ragazza!- Il biondo girò i tacchi.
    -T-TAMAKI SENPAI?- Urlò a squarciagola facendo cadere i libri che erano sul letto.
    Tamaki all’urlo del suo nome, si girò stupito. –A-ah! Tu sei Yumi?-
    La ragazza si coprì la testa con le lenzuola imbarazzata. –Ah, io…i capelli... sì... ti capisco. - Il biondo sembrava irrigidito, aveva scambiato Yumi per un ragazzo. –Scusascusascusa!-
    -No! Figurati! E’ normale!- Esclamò la giovane.
    -I-io! Non volevoooo!-
    -Sì! Lo so’!-
    Cadde il silenzio, Tamaki era rimasto una statua con una faccia tipo “Urlo” di Munch.
    I due tentarono di dire qualcosa con un sonoro “Ah”, ma sentire l’altro che cercava di parlare, si zittirono.
    -Volevo ridarti questo- Bisbigliò imbarazzata Yumi interrompendo, prendendo dal comodino un fazzoletto.
    -AH! Il mio fazzoletto!- Il lord lo prese. –Tranquilla! Ne avevo rifatto uno su misura e uguale. -
    -A-ah…-Enunciò la ragazza, quella risposta non la rese felice.
    Alla vista dello sguardo triste della giovane, il principe cominciò ad agitarsi. -COMUNQUE! Grazie! Grazie!-
    -Non ti ricordi?- Chiese sottovoce la ragazza nascondendosi tra le lenzuola.
    -Scusa?-
    -No…niente…- Rispose. Si mise sotto le coperte e si girò verso la parte opposta del letto. –Sono molto stanca, vorrei riposare. -
    -Certamente!- Il biondo si girò verso la porta, ma prima di uscire esclamò: -Se ti stavi riferendo a quell’incidente… comunque sì… -
    Yumi sgranò gli occhi per lo stupore. –AH!- Si alzò di scatto e si girò verso la porta, ormai chiusa. –Si ricorda…- Bisbigliò, sorridendo.



    Yumi posò per l’ennesima volta, lo sguardo verso la porta bianca della sua camera,
    alla ricerca di qualcosa, o qualcuno, che potesse girare quella maniglia argentea ed aprire il suo piccolo spazio ma nulla. Era passata una settimana dall’ultima che il Lord l’aveva trovata. “Forse per il modo in cui l’ho trattato, non tornerà mai più” pensò giocherellando con l’orlo delle lenzuola. All’improvviso delle strani voci si avvicinarono alla sua porta, erano rumorose e allegre. In un primo secondo si spaventò, tirando le lenzuola fino al viso, ma poi si rilassò pian piano lasciandole andare.

    -E’ QUI YUMI?!- Urlarono due voci sincronizzate e allegre, spalancando la porta. Due (Bellissimi e_e NdT) gemelli entrarono con una posa molto strana, seguiti da altre persone. Ci fu un momento di confusione, tra chiacchiere e commenti, ma poi dopo un po’ tutto si ristabilì.
    -E come puoi capire questo è l’Host club…- spiegò Tamaki con fare altezzoso.
    -L’host club…- Ripeté Yumi fissandoli ancora increduli.
    -Piuttosto perché hai scelto uno come lui?- Domandò Kaoru, sorridendo in modo birichino.
    -Già già! Noi sì che sappiamo come portare felicità!- Enunciò Hikaru facendo un accenno di capo.
    -Cosa intendete dire?- Replicò Tamaki, che sbatté contro un comodino, facendo cadere tutti i libri che erano lì.
    -Ah! Guarda cosa hai fatto disastord(disatro+lord)- Commentarono all’unisono i due gemelli con una faccia disgustata.
    Haruhi si piegò per raccoglierne qualcuno, ma la sua attenzione andò ad una copertina blu con pagine giallognole. –E’ un libro di musica! Per caso, sai suonare qualche strumento?- Domandò.
    -In realtà ho letto solo la teoria e qualche brano, ma non ho mai fatto pratica. - Rispose colorando le sue guance di un leggero rosso.
    -Capisco…-
    -YUMI-CHAN!- Urlò allegro Honey. –Guarda ti abbiamo portato un sacco di dolci da mangiare. Se vuoi ne possiamo mangiarne qualcuno insieme, vero Mori?- Quest’ultimo fece solo un accenno di capo con un leggero sorriso.
    -Ad ogni modo, potremmo portarti una piccola pianola, in segno di regalo da parte nostra. - Disse Kyoya aggiustandosi gli occhiali mentre osservava la stanza. Yumi non riuscii a sentire tutta la frase, perché nella stanza cominciò una baraonda composta da molteplici voci.
    -Mangiamo i dolci! Su!-
    -BAKA DI UN LORD!-
    -FATE SILENZIO!-

    E le giornate passarono così per Yumi, tra l’allegra compagnia dell’Host club nella sua stanza, e senza accorgersi, quel piccolo mondo era stato invaso da dei strani cavalieri, che portarono tanta allegria. Pian piano la sua camera fu riempita di quadri, ornamenti, vasi fiori, e come promesso da Kyoya, c’era anche una pianola.

    -Eccomi qui! Buon pomeriggio Yumi!- Esclamò Tamaki sorridendo, aprendo la porta.
    -Tamaki-senpai!- Disse contenta la ragazza, distesa nel letto, ma la scena non era come al solito. Uno strano suono continuava a riempire la stanza, un macchinario era accanto alla ragazza, riempita di fili dappertutto.
    -Che succede?-Domandò preoccupato l’amico.
    -Niente…solo controlli e cose del genere. - Rispose guardando il soffitto.
    -Ah…- Il biondo chiuse la porta dietro di lui e si avvicinò. –Sai, per il weekend, partirò la Scozia, hai presente?-
    -Sì! I prati verdi… le bellissime tradizioni…-
    -Ci sei già stata?-.
    -No, l’ho letto in un libro e ci sono stata con la mia mente… ho utilizzato la mia immaginazione. - Sorrise.
    -Immaginazione?-
    -Sì! Chiudi gli occhi e con l’immaginazione puoi andare dappertutto. Avanti, prova, prova ad immaginare, di stare nell’oceano insieme a delle splendide sirene. -
    Il lord chiuse gli occhi, e dentro di sé si aprirono, era guidato dalla voce di Yumi.
    “Puoi vedere i grandi collari, i banchi di pesci, e i raggi del sole che filtrano nell’acqua e… loro le sirene”.
    Alla pronuncia della parola “sirene” comparve una brunetta di noi tutti a conoscenza, con una coda verde e capelli lunghi e fluenti come quelli di Ariel.
    -Tamakiiii-
    -Haruhiiiii <3-
    -Eh?- Enunciò confusa Yumi sentendo i versi strani del Lord accompagnato da una strana faccia.
    -Ah! S-sì! Lo so’! E’ bella l’immaginazione, ma è bello anche vivere quell’esperienza nella realtà.-
    -Sì! Spero anch’io di vedere la Scozia un giorno…o andare in fono all’oceano-
    -Ci riuscirai vedrai! Devi solo lottare. - Tamaki prese la mano di Yumi e la strinse forte.
    -Ti ringrazio…-La ragazza fece un minuto di pausa, il Lord poteva sentire il suo respiro affaticato. –Senti, conosci la fiaba dell’uccellino azzurro?-.
    -Me la raccontarono da piccolo…-
    -E ti ricordi di cosa narrava?-
    -Emh…-
    Yumi rise divertita. –Narra la vicenda di due bambini, che per conto di una fata, andarono alla ricerca di quest’uccellino, si diceva che porti tanta felicità.-
    -Ah certo! L’uccellino azzurro della felicità!-
    -Desideravo tanto trovare quell’uccellino, volevo portarlo da mamma e papà, così avrebbero sorriso di nuovo, avrebbero smesso di piangere e preoccuparsi per me.-
    Il silenzio cadde, il respiro della giovane continuava a mancare, sempre di più.
    -I-io! L’ho troverò! E lo porterò da te!- Esclamò.
    -C-come? Davvero faresti questo per me?-
    -Certo! Riuscirò a portarlo vedrai! E con esso tu guarirai e la tua famiglia sorriderà di nuovo. -
    -E’ una promessa?-
    -Sì! E’ una promessa!-
    -L’ho troverai per me?-
    -Certo!-.

    Tamaki fissò lo schermo del computer, di solito non aveva bisogno di maneggiarli, ma stavolta era un’altra questione. Digitò su Google “Uccelli blu che portano felicità”, ma non lo portarono a granché. Provò a digitare “Uccelli blu” e gli uscirono una marea di risultati.
    -Dovrò controllarli tutti…-

    L’indomani…
    -Oh! Tamaki, perché quell’aria stanca?- Domandò l’amico Kyoya guardandolo arrivare.
    -Ho cercato… l’uccellino che porta la felicità…-
    -Intendi la fiaba?-
    -No, uno reale…-
    -Forse ho capito, ti riferisci alla specie di Sialia…-
    Il volto del biondo s’illuminò. –Lo conosci?-
    -E’ una specie del continente americano. E’ considerato simbolo dell’ottimismo e di felicità, negli anni 70 il numero di quest... -.
    -Riusciamo a portarne uno in Giappone?- Lo interruppe avvicinandosi.
    -Suppongo che ci voglia un mese. - Disse il moro alzando il mento verso l’alto, segno che in quel momento stava pensando.
    -Un mese? Non possiamo diminuire il tempo a una settimana?-
    -Anche con tutti i soldi del mondo non riusciresti a introdurre un uccello di questa specie, oltretutto anche a rischio minimo. Pensa anche al trasporto e al ritrovamento di questi uccelli. Al massimo due settimane, ma non garantisco niente. -
    -Ok! Cominciamo con le telefonate…-

    -Du…e…settimane?- domandò Yumi.
    -Sì! Riesci a resistere per due settimane?- Il volto del ragazzo era cupo, preoccupato, la ragazza ormai non riusciva a parlare per la troppa fatica, aveva uno di quegli aggeggi medici dappertutto.
    -C-ci proverò!- Rispose affannosamente, provando a sorridere. -Quell’uccellino... darà la felicità ai miei genitori?- I suoi occhi stavano brillando, stava sorridendo in uno strano modo.
    -Sì! Per questo tu devi combattere fino alla fine!-
    -I-io ci proverò.-.

    Cosa stava facendo? Cosa stava cercando di fare? Un uccellino non avrebbe di certo guarito una persona, neanche se si trattasse di una favola vera, ci vorrebbe in realtà un miracolo. I soldi di certo non mancavano per le cure, ma nessuno è riuscito a guarire quella ragazza. Era rinchiusa in quella stanza, a immaginare il suo mondo. Era sempre stata sola, fino ad allora. Aveva incontrato degli amici. Avevano riempito quella vuota stanza di risate. Era qualcosa di inspiegabile tutto ciò. Qualcosa che va al di là di un racconto, al di là di ogni libro. Stiamo dando tutto a una fiaba. Combattere per qualcosa che nemmeno noi sappiamo se funzionerà. Davvero funzionerà? Yumi si salverà? Eppure erano in qualche modo certi che quell’uccellino avrebbe portato la felicità.
    I giorni passarono e le sue condizioni non erano alcun modo migliorate, era sempre distesa in quel letto, in quella dannata stanza bianca. I suoi libri non erano stati toccati da allora. L’Host club, tentava e ritentava in tutti modi a farle ritornare l’energia, regalandole oggetti, facendo promesse. L’unica cosa che faceva è sorridere in modo strano, con quegli occhi che continuavano a brillare. Che significa?

    -Domani arriverà quell’uccellino, no?-

    *bip*


    -Sì…-

    *bip*


    -Finalmente… ci sarà la felicità, no?-

    *bip*


    -Sì, saremo felici…Tutti felici…-

    *bip*


    Quel maledetto suono continuava a echeggiare nella stanza, rimbombando nella testa della madre, non aveva smesso di lacrimare da quando era entrata nella stanza.
    -S-sai ho notato che da quando l’Host club è arrivato, questa stanza è più colorata.- Balbettò la donna, cercando di fermare i suoi singhiozzi.
    -L’hai notato anche tu? Sono dei bravi ragazzi. - Sorrise.
    -Ogni volta che ci sono loro, sorridi e ti brillano gli occhi. -
    -Loro… Loro sono i miei amici. -
    -Sì! I tuoi amici cara…-
    -Mamma…-
    -Sì tesoro?- La donna le prese la mano.
    -Domani… domani apri quel vecchio libro che mi regalasti da bambina…- Yumi toccò con l’altra mano la sua.
    -Certo tesoro… Tutto quello che vuoi. -
    -E sorridi…Prometti di sorridere sempre…-

    *biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip*





    Tamaki stava correndo per il corridoio con una gabbia in mano. Esatto, l’uccellino era arrivato, purtroppo non in gran forma, ma era vivo, era quello l’importante.
    Correva, con un grande sorriso speranzoso, gli occhi che luccicavano. Un volto pieno di speranza. Di felicità.

    -Yumi, finalmente…- Il suo volto si spense, come un secchio d’acqua spegne un braciere.
    La stanza era vuota, tutti gli oggetti personali della ragazza non c’erano più. Solo una donna, seduta da un lato del letto, con qualcuno disteso, e il suo viso coperto da un bianco fazzoletto. Era immobile e rigido.
    -N-non può essere. - I suoi passi si fecero pesanti, come se fossero incatenati ad una palla di ferro, la sua mano non riusciva più a reggere quella gabbia. Entrato nella stanza si lasciò cadere nello sgabello con lo sguardo fisso al pavimento. Quello sgabello di cui si era sempre seduto. Lasciando cadere la gabbia, che rotolò via, mentre l’uccello cinguettava disperato. –Aveva…promesso…-
    Il silenzio cadde, ma stavolta era qualcosa di pesante, che spezzava, uccideva. Uno sparo nella nuca.
    -Io…le ho promesso di sorridere sempre… e lo farò…- Balbettò la donna, con gli occhi persi, vuoti e un sorriso obbligato. –Ha detto…che dobbiamo leggere un libro.-
    Tamaki alzò lo sguardo e lo posò al volto della donna, che aveva in mano quel libro.
    -E’ un libro per bambini… S’intitola l’uccellino azzurro della felicità.- Lo aprì e dalle pagine uscì una lettera, che cadde nel freddo pavimento. La madre s’inchinò e lo apri, con fare quasi rassegnato, senza vita.
    -Lo leggo ad alta voce…- Disse la donna, seguito da un accenno di capo del lord. –“Cara madre… e cari amici”…- Ci fu un silenzio, i suoi occhi si sgranarono riprendendo pian piano vita. –“Se leggete questa lettera vuol dire che io sono morta. Scusate, non ho potuto mantenere le mie promesse, non sono riuscita a lottare fino in fondo…”-.
    -Yumi…-

    -“Sapete una cosa? Io, però, sono felice. Riuscirò ad andarmene soddisfatta con un sorriso, non avrò visto il mondo d’intero, non avrò potuto vedere i stormi degli uccelli nel cielo o i pesci nuotare nell’oceano, ma vi ringrazio… vi ringrazio di essere stati accanto a me. “- La donna cominciò a tremare, si sentiva soffocare.
    Il Lord continuava ad ascoltare, posando le sue mani nella mano fredda di Yumi, cercando disperatamente di riscaldarle.
    -“Voglio solo che sorridiate, non voglio che pensiate a me, perché la vita è ancora lunga.
    Voglio che voi la viviate per me, quando io non sono stata in grado di farlo. La vita è bella, è stupenda… “
    - La bruna cominciò a singhiozzare, cercava di trattenerli e di continuare a sorridere come lei aveva voluto.
    -Y-yumi…- Il biondo avvicinò il suo viso a quella mano, ormai bagnata per colpa di quelle lacrime che stava versando.
    -“Non me ne andrò triste. Perché so’ che molte persone mi hanno voluta bene. E io sono stata felice, anche per un breve tempo.
    Siete stati voi i miei… portatori della felicità. Io non voglio che piangiate. “
    - Le lacrime della donna bagnavo quel pezzo di carta, l’inchiostro se ne stava andando quelle gocce salate, rovinando alcune lettere.
    Tamaki strinse forte quella mano…
    Ripensandoci, come è potuto accadere tutto ciò? Erano le tipiche normali giornate dell’Host club, tutto è iniziato a caso… Era come Yumi tutto quello? Un caso? Lei, che poteva non avere quel tumore… e invece…
    Troppi pensieri in quel momento troppe parole che nella sua mente passavano. Era troppo.
    -“Piccole cose che in poco tempo avevano creato gioia. Sono questi i segreti della felicità. Una forse non sarà nulla, ma tutte insieme, creano grandi sorrise e gioie. Mi è piaciuto mangiare quelle buone torte oppure leggere quei libri con te mamma…
    Sai mamma…
    Io… Ora… Non volevo…
    Io volevo veramente vivere… Anch’io… Anch’io volevo vivere…
    Sorridete, vi prego”
    –Quel pezzo era già stato bagnato da altre lacrime. Sentiva dentro se stessa la voce della sua bambina, i ricordi passati con lei, capendo che lei se n’era andata lontano, che non poteva più abbracciarla ne sentire la sua voce, la uccideva, Tutto questo la uccideva.
    -T-tamaki… noi dobbiamo sorridere…-
    -Sì…-
    -D-dobbiamo s-sorridere…-




    -E’ questo il posto?- Domandò il biondo fissando il cielo azzurro per poi abbassare gli occhi sul grande lago.
    -Sì! E’ questo…- Esclamò Kyoya guardando la mappa. -
    Il gruppo si avvicinò alla grande portata d’acqua davanti al loro, ogni passo era accompagnato da una grande quantità di versi di animali di ogni genere. Non erano soli comunque, quella donna era con loro. Stava quasi inciampando, ma grazie al tempismo di Mori, si salvò. –Grazie caro!-
    -Di nulla…-
    -E’ qui che ti libereremo, vero piccolo?- Haruhi s’inginocchiò davanti alla gabbia con l’uccellino blu. -
    -Questo è l’habitat perfetto per una creatura così. Non ci sono rapaci che lo possano ferire- Disse Kyoya sorridendo.
    -Liberiamolo forza!!- Honey si avvicinò alla gabbia sorridendo.
    Tutti assieme ressero la gabbia col piccolo animaletto dentro.
    La donna si avvicinò alla piccola porticella e con forza la aprii. Tutti si allontanarono, lasciando che quell’uccellino voli.
    L’animale prima fu esitante, ma poi aprii quelle ali e volò nel cielo, accompagnato da quei sorrisi, lasciando quelle lacrime dissolversi, come quelle piume trasportate dal vento.



    Avete tempo di votare fino alle ore 18 del 7 settembre, non è possibile autovotarsi. Il mio voto varrà due punti perchè l'hanno deciso i gemelli nel momento in cui abbiamo creato questo contest :wtf:

    In bocca al lupo ad entrambe :huggle:

    Edited by Marty =) - 26/7/2013, 21:30
     
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    E'-è imbarazzante e///e
     
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  3. Alexi_
     
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    Ma che bellaaaaaaaaa Sweet!!!!! Bravissimaaaaaaa
     
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